Indicazioni dei sostituti cutanei e degli alloinnesti - 16/02/15
Riassunto |
La copertura delle perdite di sostanze cutanee è una problematica posta quotidianamente. Le tecniche classiche di chirurgia riparatrice fanno ricorso agli innesti e ai diversi lembi per arrivare alla chiusura chirurgica delle ferite. Dagli anni '70, nuove vie di ricerca sono emerse per assicurare la sopravvivenza di pazienti ustionati su grandi aree. Si trattava delle colture cellulari di cheratinociti sviluppate da Grienwald e Green. In seguito, nuove vie sono state esplorate relativamente all'epidermide, ma anche alla porzione dermica della cute. Differenti sostituti, biologici, sintetici o biosintetici, sono a poco a poco comparsi sul mercato e sono stati messi a disposizione dei chirurghi per permettere loro di assicurare la sostituzione parziale o totale del rivestimento cutaneo, in modo transitorio o definitivo. Il loro attuale utilizzo resta ancora destinato essenzialmente ai grandi ustionati, ma dovrebbe fornire nuove opportunità chirurgiche per la gestione di ferite profonde ed estese che avvengono al momento di politraumi, di dermoipodermiti batteriche necrotizzanti o di vaste exeresi oncologiche.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Sostituti dermici, Matrici extracellulari, Alloinnesti, Xenoinnesti, Colture cellulari, Membrane biosintetiche
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