Embolia polmonare: dal sospetto clinico alla decisione diagnostica - 04/02/15
Riassunto |
L'embolia polmonare (EP) rimane nel 2014 una sfida per il medico. Dal momento che la patologia è potenzialmente mortale e i segni e i sintomi sono poco specifici, la prima difficoltà consiste nel sapere in chi sospettare un'EP e, quindi, in chi iniziare un iter diagnostico. Di fronte a un sospetto di EP, il medico inizia una strategia diagnostica basata su tre elementi principali: la valutazione della probabilità clinica, i D-dimeri e l'angio-TC toracica. La prima fase, la valutazione della probabilità clinica, è la chiave di volta di tutto l'iter diagnostico e terapeutico. Non esiste alcun elemento formale per preferire una metodica di valutazione di probabilità clinica a un'altra. I D-dimeri sono inaffidabili quando la probabilità clinica è forte. Un test di D-dimeri negativo permette di escludere un'EP quando la probabilità clinica è bassa o, per alcune tecniche di dosaggio, quando è bassa o intermedia. L'angio-TC è considerata l'esame di riferimento. Essa ha, tuttavia, dei limiti notevoli, poiché il rischio di errore è aumentato in caso di discordanza tra l'interpretazione della TC e la probabilità clinica. Infine, questa strategia deve essere adattata in contesti particolari (stato di shock, donna gravida, persona anziana, insufficienza renale, ecc.) e fare ricorso ad altre indagini (ecoDoppler venoso, ecocardiografia, scintigrafia, ecc.). Un protocollo che precisi l'iter diagnostico da seguire o, anche, uno strumento informatizzato di aiuto alla decisione migliorano la qualità delle decisioni prese in Pronto Soccorso in occasione di un sospetto di EP.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Embolia polmonare, Probabilità clinica, D-dimeri, Angio-TC toracica, Strategia decisionale
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