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LED en dermatologie - 22/07/14

[50-370-D-18]  - Doi : 10.1016/S2211-0380(14)61206-0 
C. Noé a : Dermatologue, M. Pelletier-Aouizerate b : Dermatologue, H. Cartier c,  : Dermatologue
a 68, avenue de Verdun, 84300 Cavaillon, France 
b 5, place Pierre-Puget, 83000 Toulon, France 
c 8, square Saint-Jean, 62000 Arras, France 

Auteur correspondant.

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Riassunto

L'usage dermatologique des diodes électroluminescentes (light-emitting diode [LED]) fait toujours l'objet de controverses. Cela tient autant à une méconnaissance des phases physicochimiques, d'une grande variété de dispositifs incomparables entre eux et un décalage entre les preuves irréfutables publiées portant sur l'étude in vitro ou à l'étage cellulaire et les résultats cliniques discordants dans des indications diverses et variées : rajeunissement, acné, cicatrisation, ulcères de jambe, processus inflammatoire ou auto-immun cutané. Les LED thérapeutiques peuvent émettre des longueurs d'ondes s'étendant de l'ultraviolet au visible et jusqu'au proche infrarouge (247-1300 nm), mais seules certaines bandes ont pour l'instant montré un réel intérêt. Gageons qu'en restant factuel pour cet article les lecteurs porteront un jugement différent ou tout du moins nuancé sur ces dispositifs à diodes électroluminescentes pour leur utilisation en dermatologie.

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Mots-clés : LED, Dermatologie, Cicatrisation, Rajeunissement, Acné


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