Coma - 24/06/14
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Riassunto |
Il coma può essere definito come l'assenza prolungata di una risposta adeguata agli stimoli esterni (sensoriali: sensitivi, visivi, uditivi) e interni (vegetativi). Tale stato è associato a una grave alterazione della vigilanza e della coscienza dell'ambiente. La presentazione clinica del paziente comatoso si riassume in un'attività riflessa. Il coma è, di solito, legato a una lesione cerebrale grave che può riguardare le strutture sottocorticali della veglia (sostanza reticolare attivatrice ascendente e diencefalo) e/o le strutture corticali integratrici. Si tratta, in un gran numero di casi, di un'urgenza allo stesso tempo diagnostica e terapeutica, a causa della sua eziologia e delle potenziali conseguenze. Prima di tutto, si tratta di ripristinare uno stato emodinamico e/o respiratorio sufficiente per permettere l'analisi semeiologica neurologica. È opportuno escludere rapidamente le diagnosi differenziali con un esame clinico completato dagli strumenti paraclinici disponibili. Altre due condizioni possono avvicinarsi al coma: lo stato vegetativo e lo stato paucireazionale. Lo stato vegetativo, più comunemente chiamato coma vigile, si distingue dal coma per la capacità di apertura degli occhi spontanea o dopo stimolazione, senza che esistano una risposta adeguata ai comandi semplici o una comprensione verbale evidente. Anche le funzioni autonome sono preservate. Lo stato paucirelazionale si definisce per la persistenza di uno stato di coscienza dell'ambiente molto modesto e che si limita all'obbedienza a una richiesta semplice, a una risposta binaria (sì oppure no) del volto o degli occhi e a un linguaggio comprensibile ma non coerente. Quest'ultima presentazione clinica è di diagnosi complessa e si situa ai margini dei tipi di coma incontrati in Pronto Soccorso, motivo per cui essa non sarà ulteriormente sviluppata in questo articolo.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Alterazione della vigilanza, Confusione, Veglia, Disturbi di coscienza
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