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Manifestations rhumatologiques de l'infection par les virus de l'immunodéficience humaine - 14/06/13

[14-207-B-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0521(13)56420-5 
D. Alcaix
 Service de rhumatologie, Groupe hospitalier Le Havre, Hôpital Jacques-Monod, 29, avenue Pierre-Mendès-France, 76290 Montivilliers, France 

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Riassunto

Les manifestations rhumatologiques de l'infection par le virus de l'immunodéficience humaine (VIH) ont évolué en même temps que la maladie s'améliorait sous l'effet des traitements antirétroviraux. Les atteintes ostéoarticulaires classiques (articulaires, musculaires, neurologiques, les spondyloarthrites, infections, tumeurs, l'infiltration lymphocytaire diffuse) se sont raréfiées depuis l'administration de molécules efficaces sur le VIH alors que de nouvelles complications sont venues s'ajouter, liées au traitement comme les ostéonécroses, le syndrome de restauration immunitaire, et/ou à la prolongation de la vie comme l'ostéoporose, la goutte ou l'arthrose qu'un vieillissement accéléré tend à majorer. Les traitements anti-VIH et antirhumatismaux ont connu des progrès spectaculaires. Leur utilisation pose le problème de leur impact sur l'autre maladie ou de leur éventuelle interaction réciproque. C'est ainsi que le rhumatologue doit savoir reconnaître les manifestations spécifiques de la maladie, secondaires au traitement, ou faire face à des situations cliniques non apparentées au VIH, survenant chez le patient infecté comme dans le reste de la population générale. Malgré l'absence de vaccination efficace, les conséquences de la pandémie VIH s'infléchiront dans les années à venir grâce à un meilleur dépistage et à une utilisation plus large des molécules antirétrovirales.

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Mots-clés : Virus de l'immunodéficience humaine, VIH, Manifestations rhumatologiques, Ostéoporose, Ostéonécrose, Syndrome de restauration immunitaire, Traitements antirétroviraux


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