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Ostéomalacies - 14/06/13

[14-024-B-10]  - Doi : 10.1016/S0246-0521(13)58985-6 
M.H. Lafage-Proust a, b
a INSERM U1059, Université de Lyon, 42023 Saint-Étienne, France 
b CHU, 42055 Saint-Etienne, France 

Article en cours de réactualisation

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Riassunto

L'ostéomalacie est caractérisée par un trouble de la minéralisation qui conduit à l'accumulation de matrice osseuse nouvellement formée non minéralisée. Elle affecte le squelette de façon diffuse et le fragilise, avec survenue de fractures ou de fissures spontanées localisées principalement aux côtes, au bassin et aux membres inférieurs. Malgré sa relative rareté, l'ostéomalacie doit faire partie des diagnostics à évoquer devant un syndrome douloureux diffus mal étiqueté. Les étiologies des ostéomalacies relèvent de trois grandes causes : un trouble du métabolisme de la vitamine D à quelque niveau que ce soit (hépatique, digestif, rénal) avec notamment la carence vitaminique qui représente la cause la plus fréquente d'ostéomalacie ; une fuite rénale de phosphates qui peut être acquise ou héréditaire, et qui dépend souvent d'une anomalie du métabolisme du fibroblast growth factor 23, une hormone d'origine osseuse qui contrôle l'excrétion urinaire du phosphate. Enfin, il existe des causes rares liées à une altération locale du processus de minéralisation osseuse. L'ostéomalacie carentielle répond favorablement au traitement.

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Mots-clés : Minéralisation, Fractures, Fissures, Hypophosphatémie, Vitamine D, FGF23, Histomorphométrie osseuse


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