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Ostéomalacies - 01/01/00

[14-024-B-10]
Marie-Hélène Lafage-Proust : Maître de conférences des Universités, praticien hospitalier
Laboratoire de biologie et de biochimie du tissu osseux, Inserm E 9901, 15, rue Ambroise-Paré, 42023 Saint-Étienne cedex 2 France

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Riassunto

L'ostéomalacie est une ostéopathie métabolique diffuse à tout le squelette qui se caractérise par un retard de minéralisation de la matrice osseuse nouvellement formée et qui conduit à une accumulation de tissu ostéoïde. Elle entraîne une fragilisation accrue du squelette qui induit la survenue de fractures ou de fissures spontanées apparaissant principalement aux côtes, au bassin et aux membres inférieurs. Malgré sa relative rareté, l'ostéomalacie doit faire partie des diagnostics à évoquer devant un syndrome douloureux diffus mal étiqueté.

C'est une maladie de l'adulte, les troubles de la minéralisation osseuse chez l'enfant sont appelés rachitisme. L'étiologie des ostéomalacies relève de trois grandes causes. Il s'agit soit d'un trouble du métabolisme de la vitamine D à quelque niveau que ce soit (hépatique, digestif, rénal) et, notamment, la carence vitaminique qui représente la cause la plus fréquente d'ostéomalacie ; soit d'une fuite rénale de phosphates qui peut être acquise ou héréditaire. Enfin, il existe également des causes rares liées à une altération directe du processus de minéralisation osseuse.

Pratiquement toutes les ostéomalacies répondent favorablement au traitement médical, s'il est bien choisi en fonction de l'étiologie de la maladie, avec des résultats cliniques souvent spectaculaires.



Parole chiave : fractures, minéralisation osseuse, hypocalcémie, hypophosphorémie, biopsie osseuse, vitamine D, rachitisme, PHEX

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