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Rayonnement solaire : bases physiques, effets cutanés biologiques et cliniques - 08/08/12

[50-020-B-40]  - Doi : 10.1016/S1283-0143(12)55902-9 
L. Meunier a, b  : Professeur, praticien hospitalier
a Université de Montpellier-I, CNRS, IBMM, 5, boulevard Henri-IV, 34967 Montpellier cedex 2, France 
b Service de dermatologie, CHU de Nimes, place du Professeur-Robert-Debré, 30029 Nîmes cedex 9, France 

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Riassunto

La qualité du rayonnement solaire que nous recevons sur la terre dépend des instabilités de l'émission du soleil, de notre position par rapport à celui-ci, de l'état de l'atmosphère et de la qualité du sol sur lequel nous nous trouvons. L'ensoleillement reçu par l'individu est la résultante du rayonnement solaire direct, de la lumière du ciel et de la réflexion du sol. Le spectre ultraviolet (UV) est le plus énergétique et représente la portion du spectre solaire la plus active sur le plan biologique. La couche d'ozone arrête les rayonnements les plus nocifs et sa destruction pourrait avoir de graves conséquences sur la santé. Les effets biologiques vont dépendre du type d'exposition et du phototype : production d'espèces réactives de l'oxygène, synthèse de prostaglandines, activation de facteurs de transcription, production de cytokines, synthèse de mélanines et de vitamine D, dégâts de l'acide désoxyribonucléique (ADN) et mutations. Les effets des UV peuvent être bénéfiques ou toxiques en provoquant des réactions de photosensibilisation et en stimulant la promotion tumorale des cancers cutanés. Celle-ci est avant tout due aux effets des UV sur l'immunité cutanée. Enfin, l'exposition solaire chronique est à l'origine du photovieillissement de la peau. Tous ces effets doivent être pris en compte pour améliorer la photoprotection.

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Mots-clés : Ultraviolet A et B, Soleil, Photoprotection, Cancers


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