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Potenziali evocati: aspetti pratici e indicazioni - 03/11/11

[5-0845]  - Doi : 10.1016/S1634-7358(11)60410-5 
R. Morizot-Koutlidis  : Praticien hospitalier
Département de neurophysiologie clinique, APHP, Groupe hospitalier Pitié-Salpêtrière, 47-83, boulevard de l'Hôpital, 75013 Paris, France 

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Riassunto

Si definiscono potenziali evocati (PE) vari tipi di esami che hanno lo scopo di individuare un'anomalia della trasmissione dei messaggi elettrici lungo il sistema nervoso centrale. Si distinguono i potenziali evocati visivi, i potenziali evocati uditivi e i potenziali evocati somestesici; vi si avvicinano i potenziali evocati corticomotori. Essi consentono di localizzare con precisione un disturbo funzionale, che può essere subclinico, ma anche, a volte, di escluderlo: devono essere strettamente correlati all'esame clinico e ai dati della diagnostica per immagini, al fine di estrarne un'informazione pertinente per il paziente, la cui sintomatologia può essere difficile da decifrare. Possono essere ripetuti al fine di seguirne l'evoluzione. Il principio di questi esami si basa sulla registrazione della risposta elettrica cerebrale a una stimolazione esterna rigorosamente parametrata; l'attivazione delle aree associative non è presa in considerazione; costanti e poco fluttuanti, queste risposte all'attivazione delle vie primarie sono facilmente utilizzabili in clinica. I potenziali evocati sono utilizzati secondo due obiettivi. Il primo è determinare la ripercussione funzionale di una lesione nota: bilancio di estensione o follow-up di una lesione (vascolare, tumorale) cerebrale o bulboprotuberanziale e ripercussione midollare o radicolare di una cervicoartrosi, di ernie discali dorsali o lombari o di una lesione sospetta: neurinoma dell'VIII, in caso di vertigini. Il secondo obiettivo è quello di ricercare un'anomalia subclinica che orienti la diagnosi: neurite ottica nel caso di una paraparesi spastica, bilancio di estensione di una patologia degenerativa, ricerca di una lesione pluriradicolare sensitiva, nel caso di una poliradicoloneurite non dimostrata all'elettromiografia (EMG). I risultati sono espressi in latenze o differenze di latenze delle onde caratteristiche o, eventualmente, in ampiezze. L'interpretazione dell'esame consente la localizzazione di un'anomalia, ma mai la definizione della sua eziologia, che può essere solo suggerita, tenuto conto dei dati clinici e laboratoristici di cui si dispone.

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Parole chiave : Potenziali evocati visivi, Potenziali evocati uditivi, Potenziali evocati somestesici, Potenziali evocati motori, Neurite ottica, Sclerosi multipla, Cervicoartrosi, Radicolopatia


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