Tecnica dei prelievi multiorgano - 01/01/06
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Riassunto |
In trapiantologia l'organo da innestare è fondamentale: senza di lui non c'è trapianto. Quando è disponibile deve anche essere anatomicamente e funzionalmente perfetto. Ne va della vita del ricevente. Da qui l'attenzione con la quale deve essere prelevato e conservato. Nel 90% dei casi l'innesto viene prelevato da donatore in stato di morte cerebrale e nei 2/3 dei casi la procedura è multiorgano. Cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas, intestino, ossa, cornee e talvolta cute. Prendere il massimo, quando possibile, per ridurre l'attesa, crudele perché mortal,e dei malati in lista di attesa di trapianto. L'operazione è complessa. Coinvolge diverse equipe e si deve fare molto in fretta. Per fortuna oggi è stata perfettamente sistematizzata. Ogni buon chirurgo la deve conoscere in dettaglio perché prima o poi ci si dovrà confrontare, quale che sia la sede del suo lavoro. Un capitolo di tecnica chirurgica deve essere letto sforzandosi di vivere l'atmosfera che circonda la procedura. Immaginate quindi di eseguire un intervento in una dimensione inconsueta. Una famiglia è in lutto, una persona ha accettato di donare e la vostra opera, che ha certamente a che fare con un «morto», donerà vita. Ultimo consiglio. Siete forse dei chirurghi esperti nella vostra specialità: impegnatevi allora in particolare a comprendere il prelievo di un organo che non vi riguarda. È così che si riconoscono i «buoni prelevatori».
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Prelievo multiorgano, Trapianto, Tecnica chirurgica, Conservazione degli organi
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