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Diagnosi e trattamento della dispnea acuta - 01/01/03

[24-113-C-10]
Patrick Ray : Praticien hospitalier
Service d'accueil des urgences, groupe hospitalier Pitié-Salpêtrière, Assistance publique-Hôpitaux de Paris, 47, boulevard de l'Hôpital, 75013 Paris  France
Yannick Lefort : Praticien hospitalier
Service de réanimation médicochirurgicale, hôpital de Saintes 

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Riassunto

L'insorgenza di una dispnea acuta è un motivo frequente di consultazione medica in regime d'urgenza. Nei soggetti giovani, spesso l'anamnesi e l'esame obiettivo sono sufficienti per formulare un'ipotesi diagnostica, da confermare con gli usuali esami complementari: emogasanalisi, radiografia del torace ed elettrocardiogramma. Le cause più frequenti sono rappresentate da broncopolmoniti infettive e asma. Al contrario, nei soggetti anziani o portatori di patologie cardiorespiratorie, i segni clinici e gli esami complementari di routine non sono talvolta sufficienti per distinguere un edema polmonare cardiogeno da una dispnea da cause respiratorie (polmonite, scompenso di un'insufficienza respiratoria cronica, embolia polmonare). In queste situazioni di difficile inquadramento diagnostico è stato proposto il dosaggio del brain natriuretic peptide come indice d'insufficienza cardiaca acuta. Altre metodiche non invasive si sono dimostrate utili come l'ecografia (ecografia venosa degli arti inferiori, ecodoppler cardiaco ed ecografia pleuropolmonare) e la TC del torace senza mezzo di contrasto.

Oltre l'ossigenoterapia, il cui obiettivo è ottenere una saturazione arteriosa superiore al 90 %, per garantire una migliore prognosi bisogna istituire il più precocemente possibile un trattamento eziologico. In caso di distress respiratorio acuto, bisogna considerare l'ipotesi di un ricovero in rianimazione e di una ventilazione assistita convenzionale o non invasiva.



Parole chiave : dispnea, polmoniti infettive, edema polmonare acuto cardiogeno, insufficienza cardiaca acuta, crisi d'asma, embolia polmonare

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