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Riabilitazione funzionale degli arti superiori nelle tetraplegie traumatiche - 01/01/03

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Marc Revol : Professeur des Universités, chirurgien des Hôpitaux
Étienne Briand : Chirurgien, chef de clinique-assistant
Jean-Marie Servant : Professeur des Universités, chirurgien des Hôpitaux
Service de chirurgie plastique, hôpital Saint-Louis, 75475  Paris cedex 10 France
Alain Cormerais : Médecin rééducateur
Jean-Paul Pédelucq : Médecin rééducateur
Michel Busnel : Médecin rééducateur
Centre de Kerpape, BP 78, 56270 Ploemeur France

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Articolo archiviato , inizialmente pubblicato nel trattato EMC : Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Riassunto

Le tetraplegie traumatiche derivano da un'interruzione del midollo cervicale. Se la lesione midollare è alta, le paralisi sono estese. In circa tre quarti dei casi, la chirurgia permette di migliorare la funzione motoria degli arti superiori e, quindi, di aumentare l'autonomia del paziente.

Tuttavia, delle condizioni minime devono essere rispettate per proporre questo tipo di programma a un paziente:

  • un intervallo minimo di 1 anno deve separare l'incidente iniziale dal primo intervento;
  • il paziente deve flettere attivamente i gomiti;
  • non deve presentare cicatrici evolutive, né dolori dovuti alle lesioni e deve essere in grado di sedere sulla sedia a rotelle;
  • infine, non deve presentare rigidità articolari.

Il primo passo consiste nel ristabilire l'estensione attiva del gomito quando è paralizzato. Questo si ottiene spostando sul tricipite sia la parte posteriore del deltoide, sia il bicipite. L'estensione attiva recuperata del gomito migliora la propulsione della sedia a rotelle manuale da parte del paziente, che può avere, inoltre, una migliore stabilità. La possibilità riscontrata di collocare la mano nelle tre dimensioni dello spazio, in particolare al di sopra della testa e delle spalle, migliora considerevolmente anche l'autonomia e lo stato psichico. I passi successivi da compiere riguardano la mano, le cui funzioni di prensione sono rinforzate utilizzando il supinatore lungo (brachioradiale) e, spesso, il primo radiale (estensore radiale lungo del carpo). Di regola sono due gli interventi necessari per ristabilire la prensione: uno per rinforzare l'apertura della mano, l'altro, per rinforzare la sua chiusura.

La vera chiave del successo di questa chirurgia della prensione si fonda sull'azione di un'équipe di rieducazione funzionale molto esperta, che comprende medici, fisioterapisti ed ergoterapisti. Soltanto nel quadro di un centro di riabilitazione funzionale molto specializzato e nel quadro di protocolli multidisciplinari ugualmente molto specializzati, definiti in comune, si può concepire questa chirurgia.



Parole chiave : ripristino estensione gomito, ripristino prensione, tetraplegie superiori, tetraplegie inferiori

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