Traumi del bacino - 27/07/11
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Riassunto |
I traumi del bacino, spesso legati a un incidente stradale o a una caduta da un'altezza elevata, sono associati a una mortalità elevata a causa del politraumatismo spesso presente e della comparsa potenziale di sindromi emorragiche. Il rischio vitale immediato è legato alla comparsa di uno shock emorragico refrattario con insufficienza multiorgano. La gestione iniziale deve essere integrata negli algoritmi di gestione dei politraumatizzati, il cui obiettivo è quello di collegare precocemente il sanguinamento a una lesione retroperitoneale accessibile a un atto di emostasi, senza sottovalutare gli altri fattori di emorragia intratoracica, intraperitoneale o degli arti. La TC toraco-addomino-pelvica con iniezione di mezzo di contrasto, quando lo stato emodinamico del paziente lo consente, permette lo screening delle lesioni arteriose. Le tecniche a scopo emostatico, come l'embolizzazione arteriosa pelvica o la clamp pelvica, possono essere applicate rapidamente e non sono antagoniste, ma, piuttosto, complementari. La gestione multidisciplinare concertata (anestesista/rianimatore, chirurgo e radiologo) è, quindi, indispensabile per l'ottimizzazione terapeutica. Anche le complicanze ritardate come le infezioni, legate alle lesioni rettali o cutanee e alle tromboflebiti, sono responsabili di una morbi/mortalità non trascurabile.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Trauma del bacino, Shock emorragico, Embolizzazione arteriosa, Ematoma retroperitoneale, Fissazione pelvica
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