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Fratture del femore distale - 05/07/11

[01-08-360]  - Doi : 10.1016/S2211-0801(05)70270-3 
P.E. Ochsner : Prof. Dr. med.
Head of Department, Orthopaedic Surgery, Kantosspital, CH-4410 Liestal, Switzerland 

A. Pfister : Dr. med.
Senior Registrar, Department of Orthopaedic Surgery, Kantosspital, CH-4410 Liestal, Switzerland 

Riassunto

La fratture sopracondiliche del femore distale interessano pazienti di qualsiasi età. Nei più giovani si osservano spesso fratture pluriframmentarie complesse con lesioni aggiuntive (da traumi ad alta energia), mentre nei più anziani esistono problematiche legate all'osteoporosi e alle fratture periprotesiche. È indispensabile una classificazione per riconoscere le singole situazioni; occorre ricercare eventuali linee di frattura sul piano frontale.

Gli scopi dell'osteosintesi sono il ripristino 1) dell'asse e della rotazione, 2) della superficie articolare, 3) della lunghezza dell'arto inferiore. Il chirurgo ha a disposizione diversi tipi di impianti: placche e viti condiliche, placca a forcella, placca di supporto condilico, placca LISS (Less Invasive Stabilisation System, sistema stabilizzante mini-invasivo) e chiodo femorale distale. Solitamente, per prima cosa l'articolazione deve essere immobilizzata e in un secondo tempo si procede a creare una sintesi con il frammento diafisario. Osteoporosi e fratture periprotesiche possono rendere difficile l'osteosintesi per la difficoltà di ancorare l'impianto.

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Parole chiave : ginocchio, frattura sopracondilica del femore distale, frattura periprotesica del ginocchio


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