Ipertrofia prostatica benigna - 21/02/11
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Riassunto |
L'ipertrofia prostatica benigna (IPB) colpisce quasi la metà degli uomini di 50 anni e rappresenta la prima causa di disuria maschile. La sua eziologia è multipla e ancora poco conosciuta. Essa è responsabile di un'ostruzione al tempo stesso statica e dinamica del basso apparato urinario. I sintomi ostruttivi e/o irritativi possono essere invalidanti e sono, in genere, il principale motivo della visita, anche se l'IPB è ancora diagnosticata allo stadio delle complicanze (ritenzione urinaria, calcoli, insufficienza renale, ecc.). Il volume della prostata non è sempre predittivo dell'entità dei segni clinici. Così, non deve essere intrapresa una terapia in assenza di sintomi funzionali o di complicanze. La malattia deve essere valutata con un'anamnesi, un esame obiettivo e, idealmente, una flussimetria; gli esami di laboratorio sono raccomandati soprattutto nelle forme complicate. L'arsenale terapeutico dell'IPB è, oggi, ampio e, anche se esistono delle raccomandazioni generali, deve essere introdotto caso per caso. I pazienti meno sintomatici possono beneficiare di una semplice sorveglianza; per quelli che presentano delle complicanze si deve ricorrere a un intervento chirurgico o endoscopico. Per la maggior parte dei pazienti, si instaura una terapia farmacologica in prima intenzione con fitoterapia, alfabloccanti o inibitori della 5⍺-reduttasi.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Iperplasia prostatica benigna, Adenoma della prostata, Disturbi minzionali, Disuria, Pollachiuria, Ritenzione acuta di urina
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