Paziente agitato in Pronto Soccorso - 08/11/10
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Riassunto |
Lo stato di agitazione è un disturbo del comportamento frequente, la cui presentazione è varia e che rimanda a diverse patologie organiche, tossiche e psichiatriche. Questa urgenza assoluta richiede una gestione immediata che ha per obiettivo tanto il padroneggiare la situazione che il realizzare una diagnosi eziologica. L'esame clinico è quindi sistematico, completato, in funzione del contesto, da un bilancio laboratoristico o radiologico. Con questo obiettivo è frequente ricorrere a una sedazione e/o a una contenzione. Se viene attuata una contenzione, questa deve rispettare diverse regole che permettono di prevenire le complicanze che le sono potenzialmente associate. Per il trattamento sedativo, la via orale e la monoterapia sono privilegiate. L'efficacia dei neurolettici, paragonata a quella delle benzodiazepine, è più costante, il numero di reiniezioni è meno elevato e la depressione respiratoria è meno frequente. La comparsa dei neurolettici di seconda generazione nell'arsenale terapeutico sembra seducente; il loro utilizzo implica il conoscere la loro efficacia e i loro inconvenienti specifici. Il vantaggio delle benzodiazepine è la loro azione rapida e anticonvulsivante, così come la possibilità di antagonizzarle in modo specifico. Qualunque sia la sedazione utilizzata, è necessario un monitoraggio ravvicinato, svolto secondo protocolli.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Agitazione, Intossicazione, Psichiatria, Contenzione, Neurolettici di prima generazione, Neurolettici atipici, Benzodiazepine
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