Prelievo di organi dai pazienti in stato di morte cerebrale e a cuore fermo - 08/11/10
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Riassunto |
La prognosi a breve termine dei trapianti dipende della funzione dell'organo prelevato, e quindi dalla qualità della rianimazione del donatore in stato di morte cerebrale. Il medico che prende in carico la rianimazione di un paziente in stato di morte cerebrale ha cinque missioni fondamentali: confermare la morte cerebrale ricercando l'assenza di coscienza, di motilità spontanea e di tutti i riflessi del tronco cerebrale e l'assenza di una ventilazione spontanea in ipercapnia; questa diagnosi deve essere supportata da un esame complementare (elettroencefalogramma o angiografia cerebrale); mantenere le principali funzioni vitali, in particolare l'emodinamica, grazie a un riempimento vascolare e alla somministrazione di un vasocostrittore; valutare globalmente il donatore per ricercare una controindicazione generale al prelievo, in particolare una malattia trasmissibile; rispettare le regole etiche e giuridiche per il prelievo; infine, valutare precisamente la funzione degli organi che possono essere prelevati. Spetta al rianimatore raccogliere il maggior numero possibile di informazioni riguardanti la funzione degli organi che si vogliono prelevare, ma la decisione finale di trapiantare o meno quest'organo appartiene all'equipe di trapianto, che è l'unica a disporre dell'insieme delle informazioni, in particolare quelle riguardanti il ricevente.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Morte cerebrale, Trapianto, Prelievo di organi, Emodinamica, Funzione cardiaca, Riempimento vascolare, Idrossietilamidi, Diabete insipido, Arresto cardiocircolatorio, Massaggio cardiaco, Donazione di organo a cuore fermo
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