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Traumatismes cranioencéphaliques - 16/05/24

[17-170-A-80]  - Doi : 10.1016/S0246-0378(24)42745-0 
P. Goudy a, b, T. Geeraerts a, b,
a Département d'anesthésie - réanimation, Centre hospitalier universitaire de Toulouse, Université Toulouse-3 - Paul-Sabatier, Hôpital Pierre-Paul-Riquet, avenue du Professeur-Jean-Dausset, 31300 Toulouse, France 
b Toulouse NeuroImaging Center (ToNIC), Inserm UMR 1214, place du Docteur-Joseph-Baylac, Toulouse cedex 3, France 

Auteur correspondant.

Résumé

Le traumatisme cranioencéphalique constitue un problème majeur de santé publique et est responsable d'une forte morbimortalité. L'échelle de coma de Glasgow initial distingue trois groupes : le traumatisme crânien grave (≤ 8), modéré (entre 9 et 12 inclus) et léger (≥ 13). Si les lésions primaires (directement liées au traumatisme) sont responsables de la gravité initiale, les lésions secondaires (œdème, ischémie, mort cellulaire) jouent un rôle important dans l'évolution ultérieure et le pronostic des patients. La prévention, la surveillance et le traitement des agressions cérébrales secondaires seront donc l'objectif majeur de la prise en charge thérapeutique. Pour les patients ayant subi les traumatismes les plus graves, le transfert dans les réanimations spécialisées est un élément clé permettant d'améliorer le pronostic.


Mots-clés : Traumatisme crânien, Ischémie, Pression intracrânienne, Pression de perfusion cérébrale, Osmothérapie, Monitorage cérébral


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