Fetopatie infettive - 17/08/20
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Riassunto |
Tra le infezioni congenite, quella da citomegalovirus ha la più alta incidenza in Francia ma non è oggetto di screening sistematico. La gestione postnatale è cambiata molto negli ultimi anni con l'introduzione del valganciclovir che consente un trattamento per via orale. L'incidenza della toxoplasmosi congenita è in calo da diversi decenni. La sua cura pre- e postnatale ha notevolmente ridotto la sua gravità con una buona prognosi neurosensoriale a lungo termine. Il morbillo, la rosolia e la varicella in gravidanza possono avere conseguenze drammatiche sul feto e sul neonato. Il trattamento principale è preventivo grazie ad una copertura vaccinale ottimale della popolazione. Le donne incinte a contatto con bambini piccoli sono particolarmente esposte al parvovirus B19 che comporta il rischio di anasarca e di morte fetale in utero in caso di infezione congenita. Il virus della coriomeningite linfocitica e il virus Zika causano gravi danni al cervello con calcificazioni diffuse, idrocefalo e atrofia cerebrale e non hanno terapiea antivirali note. La sifilide è un'infezione a trasmissione sessuale con una crescente incidenza. È responsabile della sifilide congenita che può essere complicata da morte fetale, morte neonatale, prematurità e gravi postumi nei sopravvissuti. La prevenzione si basa sullo screening sistematico all'inizio della gravidanza.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Infezioni congenite, Citomegalovirus, Morbillo, Rosolia, Varicella, Parvovirus, Toxoplasma gondii, Sifilide
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