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Neuropathies optiques ischémiques - 24/09/19

[17-023-A-61]  - Doi : 10.1016/S0246-0378(19)43146-1 
E. Tournaire-Marques
 Service d'ophtalmologie, CHU de Bordeaux, place Amélie-Raba-Léon, 33000 Bordeaux, France 

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Résumé

Les neuropathies optiques ischémiques incluent l'ensemble des pathologies vasculaires du nerf optique. Il est classique de distinguer les neuropathies optiques ischémiques antérieures où il existe un œdème papillaire, des neuropathies optiques ischémiques postérieures où la papille apparaît normale. La neuropathie optique ischémique antérieure aiguë non artéritique est la plus fréquente des atteintes ischémiques du nerf optique. Sa physiopathologie exacte reste méconnue. Elle se voit chez des patients avec une papille à risque (petite et non excavée). Il n'existe pas de traitement efficace préventif ou curatif. La neuropathie optique ischémique postérieure non artéritique est plus rare. Elle est plus fréquente chez les patients avec des facteurs de risque cardiovasculaire ou en postopératoire. Il n'existe pas non plus de traitement curatif. L'urgence devant toute neuropathie optique ischémique est d'éliminer une cause artéritique par la clinique et par les examens complémentaires. L'étiologie la plus fréquente est l'artérite giganto-cellulaire. Un traitement par méthylprednisolone doit alors être débuté en urgence pour limiter la baisse visuelle et prévenir l'atteinte de l'œil adelphe.

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Mots-clés : Neuropathie optique ischémique antérieure, Neuropathie optique ischémique postérieure, Artérite giganto-cellulaire, Papille à risque


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 Pour citation, ne pas utiliser la référence ci-dessus de cet article, mais la référence de la version originale publiée dans EMC - Ophtalmologie 2019;16(3):1-9 [21-480-E-40].


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