Infarto del miocardio: diagnosi, gestione e complicanze - 08/05/19
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Riassunto |
Nonostante i progressi degli ultimi 20 anni, l'infarto del miocardio (IM) colpisce ancora 50 000 persone all'anno in Francia ed è una delle principali cause di mortalità. Nella sua forma classica, corrisponde a una complicanza della malattia ateromatosa sul piano coronarico, con occlusione più o meno completa di un'arteria coronaria, con conseguente necrosi dei cardiomiociti. La diversità delle lesioni coronariche è all'origine di molte entità nosologiche, diverse nella loro presentazione clinica, nella loro gravità e nell'urgenza del trattamento. Così, nella sua presentazione clinica iniziale, chiamata sindrome coronarica acuta (SCA), è opportuno distinguere quelle con sopraslivellamento del segmento ST sull'elettrocardiogramma (ECG), che richiedono una rivascolarizzazione immediata, il più delle volte mediante angioplastica coronarica, e quelle senza sopraslivellamento del segmento ST, per le quali il tempo di gestione invasiva è discusso caso per caso. Pertanto, la diagnosi e la stratificazione del rischio di questi pazienti non devono subire ritardi, per adeguare immediatamente la gestione, specialmente per i pazienti più gravi. Benché molti progressi, in particolare nella gestione preospedaliera, abbiano permesso una significativa riduzione della mortalità negli ultimi anni, è ancora necessario compiere progressi significativi, in particolare sulla prevenzione, sia primaria che secondaria (delle recidive).
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Malattia ateromatosa, Infarto del miocardio, Urgenza, Stratificazione del rischio, Rivascolarizzazione coronarica, Angioplastica coronarica, Prevenzione
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