Sepsi acuta - 24/02/16
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Riassunto |
Da 15 anni c'è stato un graduale declino della mortalità da sepsi grave (definita dall'associazione di una o più disfunzioni d'organo o di una ipoperfusione tissutale definita da un'ipotensione arteriosa, un aumento della lattatemia o un'oliguria) grazie a un miglioramento delle conoscenze fisiopatologiche e a un approccio innovativo del supporto terapeutico. Il concetto generale di protezione della perfusione e dell'ossigenazione degli organi nelle prime ore è ormai riconosciuto come un elemento chiave della prognosi. Il ruolo delle strutture di Pronto Soccorso è, quindi, particolarmente sensibile per l'identificazione e la stratificazione del rischio di sepsi, consentendo l'inizio precoce del trattamento ottimale (entro le prime sei ore), ma anche per l'organizzazione di un rigoroso orientamento di questi pazienti. Le raccomandazioni recentemente aggiornate della Surviving Sepsis Campaign (SSC) forniscono una definizione più precisa di sepsi, sepsi grave e shock settico, così come le misure terapeutiche e il monitoraggio da attuare. La creazione di interventi di una strategia di ottimizzazione precoce e mirata appare realistica e realizzabile. La capacità di attuare e far rispettare tali raccomandazioni sembra dare oggi i primi risultati di riduzione della mortalità (23% rispetto al 49%) e di durata del ricovero in rianimazione. Nel complesso, l'applicazione delle raccomandazioni della SSC permette di salvare una vita ogni sei pazienti affetti da questa patologia.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Sepsi, Sepsi grave, Ossigenazione tissutale, Stratificazione, Ottimizzazione
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