Aneurismi arteriosi intracranici - 11/01/16
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Riassunto |
L'aneurisma intracranico (AI) rappresenta una patologia neurovascolare relativamente comune, poiché il 2-5% degli adulti ne sarebbe portatore. Ogni anno, in Francia, quasi 6 000 persone sono vittime di un'emorragia subaracnoidea (ESA) aneurismatica e un numero crescente di pazienti riceve incidentalmente una diagnosi di AI non rotto. La genesi, la crescita e la rottura degli AI implicano processi complessi che coinvolgono fattori predisponenti (sesso femminile, fumo, ipertensione, alcol, genetica), fenomeni biomeccanici e processi biologici. La loro gestione dovrebbe essere multidisciplinare e coordinata in centri specializzati. Per gli AI non rotti, il rischio annuale di rottura è, globalmente, dell'1%, ma varia molto secondo l'età e il sesso del paziente, la dimensione e la posizione dell'aneurisma e i fattori di rischio associati (tra cui precedenti di ESA). Il rapporto rischi-benefici di una gestione interventistica (embolizzazione o microchirurgia) prende in considerazione questo rischio evolutivo, ma anche i rischi del trattamento (comorbilità, morbilità e mortalità, durata). Nel caso degli AI rotti, occorre compiere ogni sforzo per una diagnosi precoce e il rapido orientamento del paziente in una filiera adeguata (neurochirurgo vascolare, neuroradiologo interventista, neurorianimatore), che assicura il trattamento precoce dell'aneurisma e delle complicanze generali o cerebrovascolari secondarie legate all'ESA. La prevenzione della malattia aneurismatica a livello della popolazione passa attraverso l'eliminazione dei fattori di rischio modificabili che favoriscono gli AI e il follow-up clinicoradiologico dei pazienti a rischio o precedentemente trattati.
Il testo completo di questo articolo è disponibile in PDF.Parole chiave : Aneurisma intracranico, Emorragia subaracnoidea, Fisiopatologia, Embolizzazione, Microchirurgia, Patologia neurovascolare
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