Embolia polmonare - 01/01/04
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Nonostante i progressi compiuti dalle strategie preventive, l'embolia polmonare resta una patologia frequente che in Francia colpisce circa 40 000 persone ogni anno. L'episodio embolico che sopraggiunge in assenza di particolari situazioni eziologiche, i fattori di rischio sui quali è difficile intervenire (estroprogestinici) e l'invecchiamento della popolazione spiegano in gran parte il persistere della malattia tromboembolica nei paesi industrializzati. Gli enormi progressi delle tecniche diagnostiche non invasive e la recente rivalutazione degli studi clinici come mezzo diagnostico hanno permesso di limitare drasticamente il ricorso ai metodi diagnostici invasivi e hanno sicuramente contribuito a considerare più spesso la diagnosi di EP, come dimostra la presenza sempre più limitata di embolia polmonare nelle casistiche in cui questa patologia è stata considerata. La principale novità terapeutica è rappresentata dalle eparine a basso peso molecolare (EBPM) che hanno semplificato la terapia, permettendo la cura di alcuni pazienti direttamente a domicilio. In termini di efficacia e sicurezza di impiego, le eparine a basso peso molecolare forniscono, tuttavia, solo pochi benefici aggiuntivi rispetto all'eparina non frazionata correttamente impiegata. Nuove molecole farmacologiche (pentasaccaride, antitrombina orale) modificheranno, probabilmente, in un futuro molto prossimo, gli attuali schemi terapeutici.
Mots-clés : Embolia polmonare, Malattia tromboembolica venosa, Trombosi venosa profonda, Scintigrafia, Angio-TC spirale, Anticoagulanti, Eparina, Espansione volemica, Interruzione della vena cava, Fibrinolitici
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