Chirurgia delle paratiroidi - 12/07/16
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La chirurgia delle paratiroidi ha conosciuto notevoli progressi nel corso degli ultimi anni, sotto l'impulso degli esami di localizzazione delle ghiandole patologiche nel periodo preoperatorio. L'ecografia in primis e, poi, la scintigrafia con sestamibi (metossi-isobutil-isonitrile) a due fasi, la cui affidabilità si avvicina al 90% o lo supera, autorizzano, oggi, delle chirurgie mini-invasive, mirate, laddove, qualche anno fa, veniva realizzata solo una chirurgia cervicale bilaterale. Questa evoluzione nel trattamento chirurgico degli iperparatiroidismi riguardaprincipalmente l'iperparatiroidismo primario, nel quale la patologia riguarda una sola delle quattro ghiandole in più dell'85% dei casi. Questo approccio minimamente invasivo ha, dunque, come obiettivo, grazie alla valutazione preoperatoria della localizzazione, di indirizzare l'intervento chirurgico alla ghiandola colpita, senza esplorare le altre ghiandole paratiroidee. Gli indici di guarigione sono identici a quelli della chirurgia bilaterale tradizionale, con interventi talvolta realizzabili in anestesia locale, meno complicanze e un costo totale inferiore. Questo articolo descrive questa strategia chirurgica e le diverse tecniche chirurgiche utilizzate.
Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Paratiroide, Chirurgia, Strategia chirurgica, Iperparatiroidismo, Sestamibi
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